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Le vostre testimonianze

 

Questa pagina raccoglie le testimonianze dei lettori del sito, dirette ed indirette, relative a tematiche relative all' omo / bisessualità e ai vari aspetti inerenti: sfera personale, famiglia, amicizie, relazioni, esperienze nel lavoro o nello studio, casi di emarginazione e/o razzismo etc.

 

Se volete inviare la vostra testimonianza potete utilizzare il modulo dei contatti indicando il vostro nome o le vostre iniziali, un 'titolo' per la vostra testimonianza, e due righe di autorizzazione ala pubblicazione.

Volevo raccontarvi la mia storia. Sono un uomo fatto di 45 anni, ormai ristabilito da quasi 4, ma prima del lungo percorso personale durato quasi 3 anni che mi ha portato alla guarigione ho frequentato ambienti omosessuali per circa 14 anni, durante i quali sono arrivato perfino a drogarmi e prostituirmi.... facevo una bella vita, non ero come tanti altri uno sbandato, frequentavo un giro di persone bene, avevo abiti costosi e tutte le donne che volevo, grazie anche al mio lavoro che mi permette grossi introiti. Tutto iniziò intorno ai 25 anni, ero fidanzato e avevo avuto fino a quel momento una normalissima vita etero, avendo superato, o così credevo, traumi di abusi in età puberale da parte di amici di famiglia.

Ero il terzo di 4 fratelli maschi, tutti sportivi e piacenti, venivamo da una famiglia normale cresciuta al di fuori della religione per scelta di nostro padre, un comunista anticlericale dal passato partigiano. A quel tempo dovetti sottopormi a dei test e colloqui psicologici per poter iniziare la mia attività lavorativa, e durante questi test per la prima volta potei parlare a qualcuno degli abusi subiti.... ma mentre nei film il parlarne diventa liberatorio,  per me fu l'opposto. La apparente spensieratezza e sicurezza che avevo sempre avuto piano piano svanirono mentre io mi facevo strada nel mondo del lavoro e stringevo amicizie altolocate, queste amicizie mi portavano a frequentare "salotti bene" e scoprii quanto viziose sono certe persone in quegli ambienti.

Dove abitavo c' é una zona di periferia abitata dai "ricconi", medici, avvocati, imprenditori, e fu in una di queste villette che fui "iniziato" ai loro giochi, orge e scambi di coppia tra ricchi, dove giravano fiumi di vino e di superalcolici, e anche qualche droga. Erano gli anni 90 ed ero giovane e spensierato all' apparenza, ma iniziavo ad essere sempre più spesso tormentato dagli episodi della mia giovinezza... durante quelle feste, da 26 enne ringalluzzito, scopavo come un riccio a insaputa della mia fidanzata, alla quale raccontavo che si trattava di feste di lavoro. Una matrona di oltre 50 anni mi prese sotto la sua "ala protettiva" e iniziò a volermi incontrare anche al di fuori di quelle feste, e io forse per orgoglio forse perchè era una bella figa mi ritenni lusingato e ne ero contentissimo. Piccola particolarità, questa matrona amava pagare i suoi amanti, per un gioco mentale e subdolo di possesso... all' inizio mi sembrò strano ma poi diventò un efficace metodo per arrotondare il mio già alto stipendio e potermi permettere qualche lusso. la mia ragazza non diceva niente dei soldi in più, non so se già sospettasse e facesse finta di niente o se fosse invece davvero ingenua. Se non che dovevo esaudire ogni desiderio della mia matrona, e credetemi aveva desideri davvero allucinanti e ad un certo punto mi costrinse ad iniziare ad avere rapporti con lei e con suo marito assieme, da passivo ed attivo. Inizialmente ero io a penetrare suo marito, ma quando questo volle invertire le parti e mi penetrò per la prima volta in me si risvegliò l' inferno.

Notti agitate e depressione, ma allo stesso tempo non potevo più fare a meno di quella vita... tante volte avevo pensato di cercare di uscirne ma avevo paura, con quella gente se sgarri non lavori più, e la mia matrona un giorno mi minacciò apertamente di costringermi a cambiare città se non avessi più fatto quel che voleva. Considerai tutto, una denuncia per ricatto, mandare foto anonime al giornale locale, ma tra i vari ospiti delle feste c' erano anche il vice redattore del giornale, c' erano poliziotti, avvocati... ero in trappola.

La mia fidanzata iniziò a scocciarsi della mia incostanza e del mio essere diventato intrattabile, non le parlavo, anche il sesso ne stava risentendo e quando un giorno non riuscii ad avere con lei un rapporto completo per me fu il tracollo... iniziai a rendermi conto che ormai negli ultimi incontri quasi esclusivamente stavo avendo rapporti omosessuali, e che qualcosa in me stava cambiando.

La salvezza da quel mondo arrivò solo quando, a 29 anni, ricevetti una offerta di lavoro a Ferrara.

Mi trasferii li da amici che stavano studiando all' università, ormai ero single e occasionalmente andavo a mignotte, li non mi conosceva nessuno, e per i primi tempi la mia vita sessuale si alternava tra incontri in segreto con gay conosciuti in alcuni locali e sessioni di sesso mercenario in casa con escort trovate tramite gli annunci del giornale. Si stava diffondendo internet e questo mi facilitò le cose, alla soglia dei 32 anni ormai quasi metà del mio stipendio se ne andava in cene e in incontri mercenari con uomini e donne.

Stavo comunque meglio lontano dalla paura che avevo lasciato nella mia città, non ci tornai per quasi 3 anni attirando i rancori di famiglia alla quale non potevo dire perchè non potevo tornare nemmeno in visita. Poi conobbi un uomo qualche anno più anziano di me, una persona per bene con la quale strinsi amicizia, e decidemmo di vivere come coinquilini. Lui era gay dichiarato e all' inizio mal sopportava il fatto che io ogni tanto ricevessi donne in casa, poi ci si abituò e anche tra di noi iniziò il sesso. Ho vissuto la mia sessualità ambiguamente accorgendomi che pian piano scivolavo sempre più verso l' esclusiva omosessualità, ma crescendo stavo cambiando e sentivo la necessità di una relazione più seria e meno basata sul sesso e gli incontri, io e il mio convivente avevamo tantissimi amici gay e bisessuali e notai che nessuno di loro effettivamente mirava a qualcosa di costruttivo, li sentivo fare discorsi di relazioni serie, di innamoramenti, ma le loro relazioni erano sempre di settimane o mesi e quando se ne parlava gli unici racconti erano a sfondo sessuale. Fu li che mi resi conto che l' omosessualità e la bisessualità erano si adatti alle esperienze sessuali ma non davano nulla dal punto di vista umano se non quella confidenza che si può avere anche tra amici. Dopo qualche anno di quella vita successe qualcosa che segnò, senza che io ancora lo sapessi, l' inizio della svolta per la mia vita. Mi assegnarono come tirocinante una donna ormai di 45 anni che aveva tardato a laurearsi perchè moglie e mamma, non era una bellissima donna, ma legai subito con lei e in un periodo di scarico dal lavoro in cui eravamo spesso liberi passavamo molto tempo alla caffetteria del corso a chiacchierare. Lei sapeva che io ero gay, o forse almeno lo sospettava, ma non diceva niente, forse anzi questo dovette essere una "assicurazione" sul fatto che non ci avrei mai provato. Diventammo amici e più volte andai a cena da lei e dal marito finchè un giorno accadde una cosa strana: andandomene di casa loro la abbracciai forte per salutarla e sentii dentro di me una emozione che non provavo dalle prime uscite al cinema con la mia ex ragazza. Ed ebbi anche una forte reazione fisica al contatto con lei, una cosa che ormai non mi succedeva da anni. Ciò mi sconvolse e passai una notte completamente insonne...

Quell' estate lei andò in ferie col marito a Ponza e quando tornò ci mostrò le foto durante una pausa dal lavoro, tutti scherzavamo sul suo costumino cromato fluorescente chiamandola Luisa UniPosca, ma a me vedere quelle foto fece un effetto inaspettato, dovetti dileguarmi con una scusa perchè nessuno si accorgesse della mia erezione.

Poi fu il mio turno delle ferie e decisi di passarle da solo a Fuerte Ventura, una settimana di riflessioni e di relax oltre che di mare e di cocco.

Quando tornai, erano i primi giorni di Settembre 2008, notai che lei stava sempre di malumore e qualche giorno dopo al bar mi confidò che tra lei e il marito non era tutto rose e fiori e che ora che il figlio aveva già quasi 18 anni ed era grande stava seriamente pensando alla separazione. Si separarono effettivamente nel gennaio dell' ano dopo, praticamente lui la aveva mandata fuori di casa e il figlio si rifiutava di vederla. A Marzo presi una decisione: interruppi la mia relazione con l' inquilino e decisi di andare a vivere da solo, e appena sistemato mi offrii di ospitare la mia amica collega il cui tirocinio stava per finire.

Lei era di famiglia umbra e pensava di ritornare al suo paese dopo il tirocinio io le proposi di rimanere da me, e mi rivelai dicendole che non correva pericoli perchè ero gay. Le raccontai la mia storia e lei fu abbastanza contrariata ma alla fine decise di darmi fiducia e venne a stare da me. A Giugno poi successe una cosa sconvolgente, mi ero appena svegliato dopo aver passato una notte agitatissima, andai in bagno senza rendermi conto che lei stava facendo la doccia; rimasi li sbigottito e lei altrettanto perchè sapendo che dormivo nudo in camera mia mi vide li nudo davanti a lei, e in pochi secondi ebbi una erezione da capogiro! Mi catapultai fuori dal bagno per la vergogna e quando lei uscì dalla doccia mi venne vicino e mi disse "ma tu non eri gay?". Io non sapendo cosa rispondere e non sapendo cosa fare, fui preso da un magone che volli sfogare stringendola a me con tutte le forze che avevo! Lei mi strinse fortissimo e quella mattina facemmo l' amore.... e mi accorsi che erano secoli che scopavo ma non facevo l' amore.

Beh per concludere ad oggi viviamo ancora assieme e siamo contenti, ci sono alti e bassi come per tutti, l' amore che condividiamo mi ha spinto ad andare in terapia e ormai sono 2 anni che ho questo appuntamento fisso al quale finalmente riesco a parlare di me e del mio passato senza provare la sensazione di sporco che invece per tutti quegli anni ho sentito addosso.

 

Grazie per lo spazio, spero che le mie parole possano far riflettere molte persone.

Maurizio B. - Ferrara - 11/02/2015

Ciao Eterolaico

sono un ragazzo torinese di 31 anni, ho la maledizione di un corpo molto poco maschile, glabro, longilineo e con il culo a papera. Sono cresciuto da bambino con una sfiga ben più grande: ero l' unico figlio maschio con due sorelle di 6 e di 8 anni più grandi, che mi usavano come bambolotto per i loro giochi preadolescenziali con trucchi, smalti, forcine e così via. Quando arrivai alle scuole superiori venivo preso per il culo dai bulletti dell' istituto per la mia corporatura e per i miei modi di parlare e di muovermi... quante volte sono stato vittima di bulletti nei bagni della scuola.

Mi sentivo però attratto da questi ragazzi muscolosi e autoritari, e questa cosa causava in me un enorme senso di colpa. Navigando nei siti erotici mi trovavo sempre più spesso a vedere filmati XXX di uomini che si masturbavano, e ogni tanto anche di rapporti gay tra uomini e donne anche se questi ultimi mi eccitavano pochissimo. Vissi in segreto e molto male questa mia attrazione verso gli uomini e non auguro a nessuno quel che ho passato, a 16 o 17 anni nell'età del consolidamento della sessualità io incontravo di nascosto i gay conosciuti sulla chat IRC di #gayitalia. Tra l' altro dovevo mentire dicendo che ero maggiorenne perchè altrimenti nessuno mi voleva incontrare. Stavo accettando il mio "essere diverso", mi sentivo quasi in gabbia, un uomo legale in un corpo femmineo, ma allo stesso tempo una donna dal punto di vista dei gusti sessuali in un corpo femmineo ma con gli attributi sessuali maschili. Quando a 19 anni andai all' Università cambiando città e trasferendomi a Venezia cambiai completamente giro di amicizie e li dove nessuno dei miei familiari mi poteva vedere iniziai a frequentare locali dove sapevo che in segreto andavano i gay.

Questa vita in solitario e di nascosto continuò fino a quando nel 2012 fui introdotto al mondo del JuiceBerry, locale gay che si propone come "Cruise Bar" per non dire che é un troiaio per checche all' ultimo stadio. Li ho visto cose talmente schifose da ricevere uno shock che causò in me una repulsione per quel mondo.

Io che mi ero sempre fatto abbindolare da discorsi sulla "diversità" e sulla "dignità gay" dovetti guardare in faccia la realtà accorgendomi che quei luoghi erano e sono dei concentrati di degrado, altro che dignità!

Ero un gay che non poteva più frequentare i gay perchè ne rimaneva schifato.

Un giorno mi sono guardato allo specchio e mi sono detto che non avevo mai provato altro, conoscevo solo quel modo di essere, e ho deciso di mettermi alla prova sempre in maniera "mascherata", su internet, iniziando a chattare con donne. Sorprendentemente mi trovai molto bene e riuscii a stringere alcune amicizie virtuali forse perchè dall' altra parte trovavano un ragazzo che non chiedeva incontri e che non ci provava... sia come sia, a metà del 2013 iniziai a frequentare un corso di HTML dove conobbi alcune ragazze, tra le quali una donna immigrata dal Madagascar ma di famiglia mista (il padre era un militare francese) che era arrivata a Venezia pochi mesi prima. Con la scusa di aiutarla con l' italiano iniziai a frequentarla e tra noi le cose si fecero più interessanti. Abbiamo iniziato a vederci anche per svago: per la pizza, al cinema, per andare a ballare, e andammo anche in viaggio assieme. Durante quel viaggio lei mi confidò che le piacevo, e mi baciò. Io fui colto alla sprovvista e inizialmente il mio istinto fu di ritrarmi, lei ci rimase molto male, ma subito mi feci perdonare ricambiando il bacio, che era così diverso dai baci che fino a quel momento mi ero scambiato con uomini. Ci siamo frequentati per qualche mese, poi lei non trovando lavoro si é trasferita in Germania e sono rimasto solo. Onestamente credevo di ricadere nei miei vizietti, ma sono stato forte e ora sono felice così. Per carità, continuo ad uscire occasionalmente con alcuni dei gay che prima frequentavo, quelli più maschili e verso i quali non provo ribrezzo, ma gli altri, le checche, non riesco più nemmeno a tollerarle. Ogni tanto mi fermo a pensare e a chiedermi come dovevo apparire io, agli altri, quando stavo in quel mondo, e mi prende una sensazione di tristezza.

Ciao, Luciano.

 

Luciano - Venezia - 12/02/2015

Buongiorno

nella vita di tutti i giorni mi chiamo A., sono un commerciante toscano, ho 36 anni, sono sposato ed ho 2 splendidi bambini; ho una vita alternativa nella quale mi faccio chiamare Sofia, e voglio scrivervi due righe perchè penso di poter aggiungere qualcosa ai vostri contenuti dicendo la mia. Mia moglie sa della mia vita alternativa, che trova sfogo però soltanto quando lei é assente, il chè non succede molto spesso ma almeno quelle tre o quattro volte l' anno quando lei viaggia per i corsi di aggiornamento con lo staff del suo ufficio. Nella mia vita da Sofia io sono una escort travestita, non perchè abbiamo problemi economici, ma perchè riesco ad unire l' utile al dilettevole. Ed inoltre mi piace.

Si, mi piace fare sesso con uomini, ma attenzione: non amo gli uomini, non potrei mai provare qualcosa di sentimentale per un uomo, e l' idea stessa di baciare un uomo mi disgusta. Per me, come per molte di noi, il rapporto omosessuale é un diversivo dalla normalità, o meglio dovrei dire dalla NORMA, dall' usanza. Non é una questione di insoddisfazione, almeno nel mio caso, la mia vita sessuale da etero é pienamente soddisfacente, e l' unica volta che ho tradito mia moglie, prima di sposarci, é stato con una donna molto meno bella ed erotica di lei: era semplicemente un' altra donna, un altro corpo, altre emozioni, un altro tipo di intimità che volevo provare. Con gli uomini é lo stesso: mi piace quel gioco di alternanza tra attività e passività che é tipica del rapporto omosessuale, si tratta di provare cose nuove, non migliori o peggiori, ma solo diverse.

Il più grande dei miei figli ormai si affaccia alla preadolescenza, gli abbiamo parlato del sesso, e gli abbiamo spiegato che é una cosa splendida, che può essere goduta sotto molteplici punti di vista, non solo come realizzazione affettiva o vincolata ad una relazione sentimentale. Gli abbiamo insegnato il rispetto per i gay e per le lesbiche, lo stiamo educando a riconoscere l' esistenza della bisessualità, dell' omosessualità, del travestitismo e del transgenderismo. Glieli abbiamo tutti descritti come fenomeni separati, motivati, ognuno distinguibile dagli altri.

Gli stiamo insegnando però che la vita ha un filo conduttore fatto di basi dalle quali si può deviare, occasionalmente divergere, ma che non possono essere nascoste nè eliminate. Chi nasce uomo é uomo sempre, ed anche se occasionalmente, come suo padre, si atteggia a donna, é comunque un uomo con le responsabilità e le caratteristiche di un uomo.

Lo stesso vale per la donna.

Vi scrivo queste righe perchè proprio recentissimamente la sua insegnante ha dato alla classe un tema riguardante il gender, e lui é venuto a chiedere a me e mia moglie cosa significassa. E' così che cercando su internet assieme a lui, per coinvolgerlo nella scoperta, anzi che raccontargli noi, siamo arrivati al vostro sito, che é stato una autentica sorpresa per me e mia moglie. Una sorpresa molto positiva. Abbiamo spiegato con le vostre parole a nostro figlio cosa é il gender e cosa é la teoria del gender, gli abbiamo fatto leggere il vostro saggio sulla propaganda e sul disorientamento terminologico, e abbiamo cercato, per quanto possibile, di rispondere alle sue domande.

Vogliamo dunque ringraziarvi e dirvi che siamo con voi, sia io che mia moglie, e anche 'Sofia'.

 

 

A. - Pisa - 08/03/2015

Ciao Eterolaico,

mi chiamo Giannella, sono una donna di 28 anni e vi scrivo da Torino per raccontare la mia esperienza, ben conscia che, essendo un caso limite, non può essere presa come paragone, ma siccome rappresenta una casistica particolare credo valga la pena farla conoscere, anche per dare conforto tramite le mie parole a quanti si trovano a soffrire del mio stesso disturbo.

Sono una persona affetta da iperpituitarismo, per la precisione da un eccesso di ormone Adeocorticotropo (ACTH), ormone associato alla sindrome di Cushing; lascio a chi é interessato il compito di andare a vedere su internet di cosa si tratti esattamente, qui mi limiterò a segnalare gli effetti che questa malattia ha sul corpo umano.

La sindrome mi é stata diagnosticata ormai tanti anni fa, ed é sotto controllo dal 2011 con un trattamento di Pasireotide.

La manifestazone fisica di tale malattia, oltre ad una pronunciata ma non esagerata obesità (livello I), nel mio caso é stata caratterizzata da una lieve forma di diabete, dismenorrea, eruzioni cutanee frequenti, ipersensibilità alle infezioni fungine, ma, cosa ancor più brutta, uno sproporzionamento del mio corpo nelle sue zone caratterizzanti: bacino, petto, caviglie. In sostanza il mio corpo é più mascolino del dovuto. Provate ad immaginare cosa questo possa aver comportato psicologicamente in una adolescente.

La mia vita da ragazzina é stata caratterizzata da depressione e instabilità dell' umore, che venivano imputate alla malattia, ma che probabilmente erano aggravate dal non riuscire a guardarmi allo specchio e dal vedermi così mascolina, con una anormale crescita di peli, con un seno che cresceva simile al pettorale maschile, con le caviglie grosse ed i fianchi piatti. Come succede a molte donne che non amano il proprio corpo, mi vergognavo di mostrarlo, e iniziai forse inconsciamente ad assecondare questo mio aspetto indossando goffissimi capi d' abbigliamento che mascheravano l' aspetto (o così almeno pensavo io...). Vestivo alla 'rapper', con quei pantaloni calanti, maglioni e felpe larghe col capuccio, e tutto il resto. Il mio aspetto in un certo senso attirò l' attenzione di alcune altre ragazze che vestivano alla stessa maniera, alcune molto più mascoline di me specialmente nei tratti del viso (il mio viso, a parte gli zigomi pronunciati, era comunque abbastanza femminile, anche grazie al fatto che usavo un minimo di trucco e avevo i capelli lunghi), e feci amicizia con loro. Tra di loro c' erano due ragazzine più grandi che manifestavano atteggiamenti sessuali che avrei definiti lesbici, o quanto meno bisessuali. Io, dal canto mio, avevo ben chiara la mia attrazione verso i maschi. Ma ero io che non piacevo ai maschi evidentemente, e quando mi trovai rifiutata per la seconda volta in pochi mesi da un ragazzo che mi piaceva, la parte depressa del mio carattere scivolò in un baratro dal quale fu molto difficile riprendermi. Mentre vivevo in quel baratro la mia unica compagnia era proprio questo gruppo di ragazze, i cui discorsi mi ricordavano tanto la propaganda femminista basata sulla denigrazione del 'porco maschilista fallocentrico'; intorno a me era un continuo di discorsi contro i maschi, su quanto essi non ci meritassero, eccetera eccetera.

E ahimè, nel mio momento peggiore ci cascai in pieno. Devo ammettere che il mio primo 'bacio lesbo' avvenne durante una festa alla quale mi ridussi ad una merda, rischiando la salute perchè già ero in cura con farmaci nemici dell' alcol, ma onestamente all' epoca mi importava molto poco.

Condussi per mesi una vita di alcol e di erba, di donne, di sextoys, di solitudine interiore, di pianti, di ricadute di salute, infezioni, e alla soglia dei miei 19 anni non ero mai stata con un uomo, anche se dentro di me contiuavo a provare attrazione verso il sesso maschile.

Nel gruppo che frequentavo c'era anche un ragazo dichiaratamente gay, Gabriele, che spesso ci portava il cioccolato dalla sua bottega di mercato equo-solidale, e che sembrava avere un debole per me, o forse una particolare simpatia, anche se al contrario di molti gay non era particolarmente espansivo. Un giorno mentre parlavamo della sua ultima conquista, e mentre vantava le doti amatorie del suo ragazzo, feci appello a tutta la mia facciatosta e gli chiesi se era disposto a 'prestarmelo'; dentro di me, lo confesso non senza vergogna, pensai che se quel ragazzo riusciva a scoparsi un altro maschio, non averebbe avuto problemi a fare sesso con una donna, seppur fisicamente mascolina. Fortunatamente Gabriele non si incazzò, rimase a bocca aperta, e mi chiese il motivo della mia richiesta. Fu li che mi accorsi che per tutti loro, automaticamente, io ero sicuramente lesbica. Quel momento fu forse il peggiore per me, perchè era vero che avevo rapporti con le mie amiche, ma per me erano un ripiego, uno sfogo del bisogno di calore umano e di contatto fisico, ma non erano certo 'me'.

Gabriele comunque mi promise che avrebbe chiesto al proprio ragazzo se fosse interessato, e qualche giorno dopo ci presentò, e ci lasciò da soli.

Non senza imbarazzo, ma ebbi finalmente il mio primo rapporto sessuale con un uomo.

Dopo, fu chiaro in me che io ero quella, ero una donna, fisicamente non convenzionale, ma sessualmente donna, che poteva ritrovare la strada uscendo da una situazione che si era creata da se, a mio discapito, e nella quale mi ero rintanata per un fasullo senso di sicurezza. Fu però anche l' inizio di un percorso difficile, perchè dovetti abbandonare quel gruppo e mi ritrovai da sola. Intanto mi diplomai, iniziai l' università e rivoluzionai il mio modo di presentarmi all' esterno. Iniziai a portare qualche camicetta, qualche maglia attillata, e rimasi sorpresa dal fatto che, avendo comunque un seno pronunciato, seppur di forma particolare, i ragazzi ne erano attratti; iniziai a usare un po' più di trucco, qualche accessorio femminile; piano piano mi stavo riappropriando della mia immagine femminile. Condussi comunque una vita universitaria abbastanza tranquilla evitando feste ed eventi che potessero anche solo lontanamente rifarmi cadere nella tentazione da cui ero uscita così difficilmente.

A 24 anni iniziai la cura attuale a base di Pasireotide, all' inizio fu molto debilitante e passai i primi mesi in uno stato che non auguro a nessuno. Frequentavo anche delle sedute di terapia di ascolto che mi dovevano aiutare ad affrontare al meglio la cura. Durante queste sedute imparai molto della mia malattia, e scoprii che molte delle situazioni psicologiche e fisiche a cui ero abituata erano tipiche della malattia; anche il mio stramaledetto corpo mascolino, che io credevo essere uno strano scherzo di natura, era un effetto della malattia. Forse non potrete capirlo, ma per me fu quasi un sollievo saperlo. Quel senso di impotenza, il sapere che non era dipeso da me, e che era qualcosa di più grande, il fatto di sapere che il mio aspetto  era dovuto a qualcosa che 'aveva funzionato male', mi rincuorarono.

Da quel momento la mia vita scorre un po' più piacevole, ho dovuto soffrire tantissimo, sia col corpo che con la mente, ma mi sono risollevata.

Se qualcuna o qualcuno con la mai stessa patologia dovesse per caso leggere questa mia testimonianza, spero possa trovare nelle mie parole un po' di chiarezza e di conforto.

 

 

 

Giannella - Torino - 31/05/2015

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