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Intervista ad un fratello omosessuale

Questo è un post diverso dagli altri. E' un post nel quale il nostro admin Marco intervista face to face suo fratello Nicola, dichiaratamente omosessuale. Vi stupirà sapere che è stato Nicola a darci quest' idea, dichiarandosi disponibile a firmare un articolo relativo alla condizione omosessuale per il nostro sito; disponibilità che gli abbiamo chiesto di dare in forma di intervista anonima e che lui ha invece preteso fosse senza anonimità.

Nicola è un fotografo professionista, dichiaratamente gay, vive da solo dopo essere stato allontanato da casa da sua madre. Non ha avuto una vita facile, e ha deciso di "raccontarsi" al fratello per noi e per tutti voi.



Allora, Nicola, presentati al sito.

Mi chiamo Nicola, come ormai avrete capito sono il fratello "diverso" di Marco, amministratore di Etero Laico. Ho 39 anni, sono il fratello minore di 3: Luisanna, Marco, ed io. Sono omosessuale più o meno da sempre, la mia unica esperienza etero l' ho avuta da giovanissimo, a 15 anni, e ho capito subito che quel tipo di rapporto non era per me.

Ho vissuto la mia omosessualità nella clandestinità per oltre 4 anni quando prima di avere il coraggio di dirlo a mia sorella, e poi a Marco. Sono passati altri 5 anni prima di dirlo ai miei genitori, i quali non hanno reagito molto bene, come potrete immaginare.


Ti va di raccontare la reazione dei nostri genitori? E anche la nostra se vuoi.

Mi aspettavo una reazione dura da parte di papà, onestamente non da parte di mamma... invece mi ha sorpreso il modo in cui papà ha affrontato la cosa. Il suo orgoglio di maschio della famiglia non gli ha impedito comunque di capire lo stato di suo figlio, e d' altronde come ben sappiamo papà (ma anche mamma) ci ha sempre incoraggiati a portare avanti le nostre idee e le nostre vite facendo scelte e assumendoci responsabilità... certo la delusione gli si leggeva in faccia, ma non mi ha mai fatto pesare molto la mia condizione. Almeno non quanto mamma. La reazione di mamma, ecco quella non me l' aspettavo.


Nessuno di noi in effetti avrebbe mai detto che mamma potesse reagire così male.

Si, dopo un periodo di mutismo imbarazzante, é caduta nel rifiuto totale. Forse perchè Luisanna già si stava sposando, e tu eri ormai fidanzato da mesi, i vostri partner erano bene accetti a casa.... forse si aspettava dal "piccolino di casa" una futura nuora al più presto... non lo so perchè non abbiamo mai chiarito il suo modo di vivere la cosa. So solo che l' anno successivo fui messo alla porta con un freddo "hai fatto una scelta, vivila in casa tua".


Hai vissuto sempre da solo, ormai vivi da solo la tua omosessualità da quasi 14 anni... come é stato?

Ho la fortuna di lavorare in proprio, quindi non ho un datore di lavoro o dei colleghi che possano reagire male al sapere che sono gay... sono stato più fortunato di altri da questo punto di vista; dal lato personale che dire, ho avuto molte storielle, una sola relazione importante, di circa 3 anni, che non poteva durare perchè lui piano piano diventava sempre più attivista e io non volevo avere a che fare con quel mondo. Ci sono stati molti momenti bui, come sai nonostante a Perugia sia presente una famosa comunità omosessuale la città é di mentalità ristretta, e le voci girano in fretta. Quando si seppe nel circondario della mia condizione non nego che qualche imprevvisto c' è stato, sopratutto tra le amicizie. Molti amici son spariti, altri sono ritornati dopo tanti anni, ne ho avuti di nuovi, sono stato avvicinato più volte da associazioni gay perchè dicevano che "dovevamo far gruppo" e penso non ti meraviglierà sapere che spesso le reazioni peggiori le ho ricevute proprio da loro, per il fatto che non volevo farne parte.


Sei anche stato minacciato una volta, vero?

Si, un gruppo di gay in piazzetta stava distribuendo del materiale propagandistico, sapevano che ero gay e mi chiesero di aiutarli a distribuire. Quando risposi che non mi interesava fare propaganda mi son sentito rispondere che ero un "omofobo interiorizzato" e che ero peggiore degli omofobi etero... fui invitato ad andarmene altrimenti mi avrebbero "conciato per le feste". Pensa che uno di loro era mio compagno di scuola alle elementari, abbiamo giocato assieme a basket per 3 anni, eravamo entrambi gay, ed ha reagito così.


Tu ti sei offerto di collaborare con Eterolaico un giorno, come mai?

Penso che state facendo una cosa importante. Ho letto tutti, proprio tutti i vostri saggi, e a parte il fatto che qualche volta il vostro modo di scrivere è estremo, mi trovo d' accordo con quasi tutto quello che scrivete. Come sai il mio ex era un praticante neurologo, abbiamo parlato molto della nostra condizione... lui come voi era dell' idea che la nostra condizione si basi su un mix di fattori genetici, neurologici e ambientali... è un po' la teoria ricorrente e che va per la maggiore, e mi fa sorridere a volte come la comunità omosessuale a convenienza esalti uno o un altro di questi fattori a seconda di cosa voglia ottenere.

Parlare con lui, studiare, e anche leggere i vostri articoli e gli studi che avete linkato... e anche l' amicizia che nel tempo si è creata con i tuoi collaboratori, in modo particolare con Marzia e la sua fidanzata, mi ha aiutato tantissimo a capirmi.


Cosa pensi delle battaglie da anni in corso su unioni gay, adozione, stepchild adoption?

Sono favorevole all' istituzione di una forma giuridica che tuteli i partner gay, ma questa forma giuridica non deve essere riconosciuta come forma familiare e non deve prevedere l' adozione o nessun' altra forma di presenza di bambini in maniera stabile. So che vado contro la massa rappresentata dalle organizzazioni per i diritti dei gay, ma siamo in tanti a pensarla così. Fui molto contento per esempio di leggere anni fa la dichiarazione di Rupert Everett sull' argomento, così come sono stato molto contento quando gli stilisti Dolce e Gabbana hanno preso posizione. L' ho visto come un segno di cambaimento. Tutto sommato io dalla mia famiglia sono stato cresciuto molto bene, sia da bambino quando non avevo una sessualità, sia quando l' ho sviluppata ed era diversa, quando i genitori non sapevano che ero gay, e sono stati sempre un riferimento importante; so riconoscere il ruolo della diversità sessuale dei genitori, entrambi i lati caratteriali, maschile e femminile, sono stati importanti nella mia crescita. Un bambino con due madri lesbiche o due padri gay si troverebbe senza uno dei due lati e non possiamo sapere come questo avrebbe effetto su di lui... a questo punto vale per me il principio di prevenzione: meglio non rischiare che qualcosa vada male. Il modello familiare etero, oltre che naturale, é funzionale. C' è un' altra cosa da considerare: io sono una persona omosessuale ma con una spiccata mascolinità, non sono effeminato, ma molti gay lo sono così come molte lesbiche sono mascoline... i comportamenti di questi gay, i loro gusti, non sono maschili ma non sono nemmeno propriamente femminili. Sono una via di mezzo, quella che tu hai definito in un articolo "una macchietta", qualcosa che non è nè carne nè pesce ma che spicca all' occhio quando ne sei in presenza. Lo stesso vale per molte lesbiche mascoline ma che non sembrano uomini, sembrano qualcosa di diverso, una via di mezzo inopportuna e ridicola. Non sono sicuro che un padre con certi modi di fare, di parlare, di pensare, possa contribuire positivamente come modello per un figlio... ho paura che i figli possano crescere sviluppando a loro volta quella gestualità, quel modo di parlare. E non sarebbe un bene secondo me.


Cosa pensi del fatto che "basta amare i figli, il sesso dei genitori non conta"?

Non è vero, ma non è il sesso in quanto tale che conta, invece contano le caratteristiche implicite di ogni sesso biologico. La mente di maschi e femmine funziona diversamente, il carattere maschile è diverso da quello femminile... il modo di sentire le cose, di reagire alle cose, sono diversi.... me ne accorgo io stesso.


Cosa altro vuoi aggiungere? Vai a ruota libera...

Non molto, vorrei solo che più persone nella mia condizione riuscissero a vincere la paura di pensare diversamente. La nostra unicità sta nel fatto di essere uomini o donne nei quali prevale un lato caratteriale, sessuale ed emotivo più tipico del sesso opposto. Questa può essere una cosa negativa in alcuni casi, ma positiva in altri... mi ritengo un uomo molto più simile alle donne in molte cose, nel modo di pensare, nei gusti, e questo mi permette di guardare il modo in modo diverso. Molti gay e molte lesbiche invece si trovano in una situazione ambigua nella quale vogliono essere trattati come gli etero, vogliono ottenere quello che gli etero hanno, vogliono "eterizzarsi" nella società, ma allo stesso tempo si dicono fieri di essere omosessuali, vogliono poter eccedere come omosessuali; usano insomma la loro condizione come scusante per alcune cose.


Ti riferisci al Gay Pride?

Si, esatto, ma non solo... una volta un ragazzo che ho frequentato sessualmente mi disse che era importante facessimo capire agli etero che siamo come loro e che abbiamo diritto alle stesse cose. Ma me lo diceva mentre indossava una minigonna ed era truccato.... magari se me l' avesse detto vestito diversamente, conciato diversamente, sarebbe stato più credibile. Niente contro il travestitismo, per carità, ma non puoi pretendere di essere credibile se da travestito mi vieni a dire "siamo come loro".


Grazie Nicola, vuoi aggiungere altro?

Solo un saluto, grazie a te e ai tuoi amici per avermi ospitato.


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